Psycho parla di quelle persone che vivono isolate e sole. Questa vita porta alla pazzia e alla fine agli omicidi.
La solitudine fa uccidere
Psycho – R. Bloch (1959)
Psycho è un romanzo scritto dal colto Robert Bloch, autore del romanzo: La Sciarpa del 1947, e, si ispira a degli omicidi efferati realmente accaduti nel 1957, a Planflield nel Winsconsin dalla mente malata di Ed Gein.
Bloch si interessa al caso raccogliendo articoli del giornale locale, il Weyauwega Chronicle in cui venivano riportate alcuni aspetti inquietanti di come l’assassino torturava e uccideva le sue vittime infine in che modo si disfacesse dei cadaveri, la descrizione degli agenti di polizia, che lo arrestarono e di cosa trovarono nella sua casa fu cruda. Gli agenti di polizia entrando nella casa trovarono la stanza della madre in perfetto ordine, continuando la perlustrazione videro del materiale per imbalsamatori, in una parte della casa scoprirono due paia di labbra, pelli conciate di quattro volti femminili, cinque facce di ricambio riposte con cura in una busta di plastica, alcune parti del corpo venivano utilizzate per l’arredamento, etc. Quest’uomo viveva in solitudine, dopo che tutta la sua famiglia era morta in strane circostanze, venne arrestato dalla polizia dopo aver ucciso la proprietaria di una ferramenta, che fu ritrovata appesa come un cervo. E pensare che lui si difese dicendo che:
“Non avrebbe fatto male ne anche ad un cervo“.
Perché prese come esempio un cervo, per dichiarare che era una persona innocua?
Lo sapevate che nel Wisconsin nel mese del 16 novembre inizia il rituale La stagione del cervo.
Nel Plainfleid si caccia per necessità e non per sport. I cervi vengono uccisi ed esposti nelle baracche come trofei, poi preparati per il macello.
Ed Gein fu sospettato di cannibalismo, necrofilia, di profanare tombe, ci furono sospetti di una relazione incestuosa con la madre. Ed Gein venne definito uno dei più tremendi serial killer d’America, i giornali lo battezzarono il “macellaio pazzo“, le atrocità di Gein portano la popolazione ad inventarsi le barzellette nere, nasce la birra Gein: “Molto corpo, niente testa” (la “testa” è la schiuma della birra), mentre i figli dei contadini giocando con una corda cantavano una canzone sugli insegnanti.
Locandina -M- Il Mostro di Düsseldorf (1931)
Questa canzoncina ricorda il film in b/n di M- il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang del 1931, in cui un gruppo di bimbi sono in cerchio che recitano la filastrocca dell’ uomo nero, questo assassino psicopatico uccide i bambini.
Gein muore in clinica il 26 luglio del 1984.
Le sue gesta rivivono nella letteratura, nel cinema come: Ed Gein- il macellaio di Plainfield, il film è sulla vita reale, del regista Churck Parello (2011), nelle serie tv come: Blindspot, di Martin Gero (2015).
Robert Bloch, pubblica il libro Psycho nel 1959, la prima edizione italiana, Garzanti-collana “le tre scimmiette”, nello stesso anno il titolo originale fu cambiato in Il passato che urla.
Dal 1965, dopo il successo del film di A. Hitchcock tratto dall’omonimo libro, le successive edizioni e traduzioni mantennero il titolo originale. Il film Psycho del 1960 di A. Hitchcock fu candidato a quattro Oscar. Successivamente furono realizzati tre sequel: Psycho II (1982), è un film americano horror psicologico diretto da Richard Franklin e scritto da Tom Holland, è il primo sequel di Psycho di Alfred Hitchcock e il secondo film della serie Psycho, Psycho III (1986) o anche come Psycho House, è un film americano horror psicologico ed è il secondo sequel di Alfred Hitchcock e il terzo il film della serie Psycho, del regista Anthony Perkins con il soggetto originale di Charles Edward Pogue e Psycho IV (1990) è fatto per la televisione è un film americano horror psicologico, diretto da Mick Garris che serve sia per il terzo sequel e un prequel di Psycho di Alfred Hitchcock in quanto comprende sia eventi dopo Psycho III pur concentrandosi sul flashback di eventi che ha avuto luogo prima del film originale. E’ il quarto ed ultimo film della serie Psycho. Inoltre il quarto episodio è incentrato sull’infanzia del pluriomicida Norman Bates.
Nel 1987 fu realizzato un film televisivo: Il motel della paura (Bates motel), che doveva essere l’episodio pilota di una serie televisiva spin-off mai realizzata.
Nel 1998 il regista Gun Van Sant realizza un remake shot-of-short del film Psycho.
Nel 2012 fu realizzato il film Hitchcock diretto da Sacha Gervasi, basato sul saggio di Stephen Rebello che è: Hitchcock – L’incredibile storia di Psycho, del 2013.
Poster-PSYCHO-Danish-Paramount-1960
Alfred Hitchcock si interessa del libro di Robert Bloch, acquisisce i diritti d’autore e tutte le copie in commercio, decide che questo film sarebbe stato in b/n e non a colori per le scene troppo cruente, sarebbe costato di meno dei precedenti. Prima di decidere di lasciare il definitivo titolo Psycho, pensò di usare altri nomi: Produzione 9401 o Wimpy, ma alla fine rimase con il titolo originale.
Plot
La trama racconta di una coppia innamorata Mary Cane e Sam Loomis, il quale ha ereditato una ferramenta dal padre piena di debiti. Mary è una donna bella, ama vivere nell’agiatezza, piena di iniziativa vuole aiutare il suo uomo, ma lui non è d’accordo. Il regista ci introduce con una panoramica generale sui grattacieli, poi come dettaglio viene inquadrata la finestra di un hotel di Phoenix (Arizona) dove si svolge l’azione, qui la coppia ha consumato un altro rapporto d’amore clandestino. Mary dopo il rapporto saluta Sam e si dirige a lavorare nella Lowy Agency, dove fa la segretaria, in agenzia il capo entra con un facoltoso imprenditore molto arrogante che fa la corte a Mary, Tommy Cassidy il quale vuole regalare una casa alla figlia per le nozze lasciando all’agenzia l’incombenza di custodire i 40.000$, ma poi il capo Lowy manderà Mary a depositarli in banca. Mary non sentendosi bene va a casa prima ed è nel tragitto che decide di rubare i soldi per aiutare Sam, va via dalla città ma intravede il suo datore di lavoro si guardano e lei fa un’ imprudenza: lo saluta, successivamente dorme in auto in una strada e viene ripresa da un poliziotto, cambia l’auto così commette altre imprudenze tutte questi comportamenti la fanno sentire a disagio piano piano iniziano i rimorsi di coscienza, ma lei voleva andare da Sam che vive a Fairvale e dirgli che i loro problemi sarebbero finiti con quel denaro, però questa ipotesi nella sua testa ebbe risvolti diversi. Iniziò a piovere ed era buio, la signorina Cane non riusciva a vedere dove stava dirigendosi e sbagliò l’imbocco dell’autostrada trovandosi difronte una strada buia ed isola tuttavia in lontananza vide un motel di nome Bates con camere libere e dietro una casa, che ricorda il dipinto intitolato House by the Railroad di Edward Hopper del 1925.
Dante Alighieri
Quando Mary si ritrova in una zona che non conosce buia questa scena porta alla memoria il Primo Canto, dell’Inferno, della Divina Commedia di Dante Alighieri: “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la dritta via era smarrita”, del 1300.
Nel film Norman Bates è un uomo esile, simpatico, che ama impagliare gli animali, tenere in ordine il motel e accudire la vecchia madre malata che vive in casa, mentre nel libro di Bloch, Norman è descritto come un uomo timido e brutto che ama leggere libri come L’impero degli Incas di Victor W. von Hagen, o, su Freud sullo studio del complesso di Edipo, la mamma è una donna che soffoca il figlio, non lo gratifica mai e non ascolta nulla di quello che cerca di dirgli il figlio per migliorare il loro rapporto di genitore-figlio, anzi la madre umilia il figlio che lo vede come un codardo che non riesce a farsi una sua vita. Nel film Norman invita la signorina Cane a cenare con lui in casa, ma poi mangeranno nel salotto dell’ufficio del motel perché la madre è contraria a fare entrare una sconosciuta nell’abitazione. Durante la cena, dove alla fine mangia solo Cane, intraprendono una conversazione che termina in un rimprovero di Norman a Cane che aveva giudicato male il carattere della madre, la quale a sua volta in cuore suo si rende conto dell’errore di avere rubato e di voler tornare indietro, quindi saluta e ringrazia Norman congedandosi per andare a dormire.
Nel libro la scena della cena si svolge in casa Bates, che era molto vecchia, con un arredamento antiquato, Norman e Cane si accomodano nella cucina ma cenò solo lei. Nel libro si evidenzia come Norman fa tutto quello che dice la madre, non potendo condividere pensieri, argomentazioni per passare il tempo con la madre è costretto a tenersi tutto dentro, ora che è adulto continua a nutrire rispetto nei confronti della vecchia madre e non la contraddice mai.
Questo colpisce Mary, la quale dopo un po’ decide di tornare in motel.
La camera di Mary nel libro è la numero sei, nel film è la numero uno, mentre lei si sta cambiando in stanza Norman nel salotto l’osserva attraverso un buco nel muro spostando un quadro, in entrambi i casi fa l’azione di voyeurismo.
Nel film Mary rientrando nella stanza nasconde i soldi all’interno di un giornale lasciandolo sul comodino, fa un calcolo su un foglio di carta del denaro che dovrà riconsegnare quando tornerà a casa, poi lo butta nel water è la prima volta che un film americano faccia vedere lo sciacquone su di uno schermo. La donna va a farsi la doccia, qui si consuma il delitto dove la madre di Bates uccide con una serie di coltellate la vittima.
Interessante come il regista abbia scelto di non far vedere che il coltello penetrasse la carne nel corpo anzi lasciasse lo spettatore questa illusione e tanta paura inconscia. Bates si rende conto del delitto commesso dalla madre gelosa, allora ripulisce la scena del crimine con cura, spostando il cadavere, la valigia, il giornale mettendo tutto nella macchina della vittima e facendola sparisce nella acque del lago paludoso, nei pressi del motel.
Nel libro, i soldi sono nascosti all’interno dello scomparto dei guanti nella busta gialla, il delitto per la gelosia della mamma possessiva si consuma in doccia, ma la donna viene decapitata e il coltello gli mozzò il grido. Norman ripulisce la stanza come nel film il tutto finisce nel lago paludoso.
La casa degli orrori
Nel film, Lilia la sorella di Mary giunge a Fairvale per parlare con Sam della scomparsa della donna insieme a loro nella ferramenta si presenta l’investigatore privato Arbogast ingaggiato dall’agenzia immobiliare, giunto fino a lì seguendo le tracce. Alla fine giungono all’accordo che l’investigatore andrà al motel per parlare con il proprietario e se troverà degli indizi lì chiamerà, cosa che farà, ma scorgendo alla finestra la madre l’investigatore tenterà di parlarci ma troverà la morte ucciso con una serie di coltellate. Norman decide di spostare la madre in cantina.
Nel frattempo Sam e Lilia non avendo notizie di Arbogast contattano lo sceriffo il quale superficialmente gli darà retta sull’accaduto, ma Lilia non si darà per vinta e con Sam vanno al motel per investigare e trovano un indizio nel bagno l’orecchino che aveva regalato alla sorella. Dopo questa certezza decidono che Sam distraesse Norman e Lilia tentasse di andare a parlare con la vecchia madre in casa. Lilia da un’occhiata in giro senza riscontro, rimase sorpresa nel vedere la casa con un arredamento troppo antiquato, sembrava che il tempo si fosse fermato, al piano di sopra vede la stanza di Norman è per un bambino piccolo arredata con giocattoli, mentre la stanza della madre è in perfetto ordine poi scendendo giù sente dei rumori si nasconde e lì in cantina intravede una sagoma e va giù a controllare, nel contempo in motel Sam sta intrattenendo una conversazione con domande scomode a Norman, il quale prontamente reagisce con astuzia. Norman ad un certo punto si accorge che manca Lilia, da una botta in testa con un barattolo al suo interlocutore e corre dalla madre in pericolo. Lilia nel vedere la vecchia madre di Norman su di una sedia la volta trovandosi un cadavere imbalsamato e urla. Lilia sconvolta continua ad urlare perché ha visto Norman travestito da donna in rappresentanza della figura materna con un coltello in mano che tenta di ucciderla, ma viene fermato da Sam.
Norman-Bates-Dressed-as-Woman-Psycho (1960)
Nel libro di Bloch, le parti diverse dalle scene del film sono: Arbogast quando tenterà di parlare con la madre di Norman nella loro casa, verrà assassinato dalla donna con un rasoio.
Nel capitolo della conversazione tra Sam e Norman al motel, lo stesso proprietario dirà una verità scomoda al suo cliente che lui ha ucciso la madre e il suo compagno, e, non fu mai arrestato anzi per lo shock fu ricoverato in un ospedale psichiatrico, successivamente uscendo di lì per la troppa nostalgia della madre trafugò il suo corpo dal cimitero, dopo aver confessato il delitto da una bottiglia in testa a Sam e si dirige a casa. Sam verrà risvegliato dallo sceriffo che ha saputo della scomparsa dell’investigatore privato dell’agenzia, intanto Sam accenna allo sceriffo le ultime sconvolgenti notizie e del fatto che Lilia fosse in pericolo. Nel frattempo Lilia è nella casa di Bates, inizia a ispezionare le stanze, la camera da letto di Norman è molto piccola, Lilia rimane colpita dalla presenza nella stanza di due fotografie appese alla parete. Nella prima si vede un ragazzino in sella ad un pony, nella seconda lo stesso ragazzino davanti ad una scuola di campagna in compagnia di cinque femmine, Lilia ebbe difficoltà a capire che quel ragazzino fosse Norman Bates perché era magrissimo. Mentre Lilia va in cantina fa delle congetture sul rapimento della sorella, nel contempo qualcuno è entrato in casa e lei cerca di nascondersi prendendo un vecchio telo indiano dietro di esso trova la porta del ripostiglio, qui Lilia trova la signora Bates ma quando la vede urla, il suo secondo urlo è perché sente dire: “Sono Norman Bates “, il quale è travestito da donna, truccato e in mano ha un coltello, ma viene fermato da Sam.
La risoluzione del caso
Alfred Hitchcock: “I refer to those exquisite muredrs have something weird and require a diabolic ingenuity to be resolved “.
Nel film di Hitchcock l’ultima parte si svolge all’interno del tribunale, il psichiatra Fred Richmond ha da poco avuto un colloquio con il condannato e lo riferisce ai testimoni che Norman Bates non esiste più, che l’altra metà dove convivono i ricordi della madre autoritaria ha preso il sopravvento. Lilia vuole capire chi ha ucciso sua sorella, ma la risposta dello psichiatra è vaga e le autorità del tribunale della contea sono infastiditi dal comportamento del dottore, le autorità pensano che il psichiatra voglia difendere quell’assassino. Il psichiatra chiarisce la sua posizione affermando che: “Il suo lavoro non si basa sulle difese o sulle accuse, ma si limita a spiegare le cose.” Per gli omicidi della sorella e dell’investigatore le prove sono nella palude, poi ha accennato agli omicidi di altre due ragazze rimasti insoluti, ma lì ha confessati la madre. Il psichiatra per far capire cosa sia successo che ha fatto scatenare in Norman gli omicidi fa risalire il tutto a dieci anni prima, quando Norman e sua madre donna molto egoista vivevano soli, poi subentra un uomo e l’equilibrio si spezza, lì uccide entrambi. Il psichiatra dichiara che: “Il matricidio è forse il più intollerante di tutti i crimini, intollerabile soprattutto per il figlio che lo commette.” Norman doveva cancellare il crimine, almeno nella sua mente, trafuga il corpo, lo imbalsama, ma non basta e alla fine inizia a parlare come lei in certi casi assumeva due personalità per gestire le conversazioni. Se Norman era attratto da una donna, la madre si risvegliava in lui furibonda, come è successo con Cane che ne era attratta, la madre l’ha uccisa, mentre Norman si risveglia come da un sonno profondo e come figlio devoto fa sparire tutto perchè convinto che sia la madre il problema. Sam pone la domanda sul travestimento e il psichiatra risponde che:
“Un uomo che porta vestiti da donna per soddisfare desideri sessuali è un travestito. Invece Norman cercava di tener viva l’illusione della madre viva. Se il desiderio era tanto si travestiva e parlava con la sua voce (madre), tentava di trasformarsi in sua madre”. Alla fine la madre ha preso il sopravvento. Il psichiatra dichiara: “Quando in una mente alloggiano due personalità c’è sempre un conflitto, una battaglia”. In Norman la personalità dominante ha vinto. I 40.000$ erano in fondo alla palude. Il dottore conclude dicendo: “Questi sono delitti passionali, non per lucro”. Il film si conclude con Norman ossia la madre che chiede una coperta che le viene data e fa un monologo mentale che si conclude vedendo una mosca girare nella stanza e posandosi sulla sua mano dice: “Non scaccerò nemmeno quella mosca. Spero che mi stiano osservando, così vedranno e sapranno e diranno a tutti ma c’è lei che non farebbe male neppure ad una mosca”.
Nel libro il procuratore distrettuale vuole un processo in tempi stretti perché Norman Bates quando uscirà dall’ospedale psichiatrico si colpevolizzerà di cannibalismo, satanismo, incesto e necrofilia. In cura lo aveva il dottor Nicholas Steiner ufficialmente incaricato della perizia, Sam riuscì a sapere qualcosa dopo una decina di giorni riferendolo a Lilia. Il dottore riferisce del colloquio con Norman, il giovane all’epoca era cresciuto con la madre dominatrice e lui congettura anche che tra i due ci fosse qualcosa di più nella relazione, il dottore sospetta che Norman fosse un travestito da molto tempo prima che morisse la madre. Il dottor Steiner chiede a Lilia se sa chi sono i travestiti e lei dichiara che sono quelle persone che si vestono come quelle del sesso opposto, ma il dottore dice: “I travestiti non sono per forza omosessuali, ma si identificano con persone di sesso opposto. Da un lato Norman voleva essere come la madre, dall’altro voleva che la madre diventasse parte di lui.”
La storia risale al tempo in cui la madre possessiva incontra il suo nuovo compagno, Norman lì uccide entrambi perché lì trova a letto insieme tra l’altro il ragazzo scrive un biglietto d’addio indirizzato a se stesso imitando la sua grafia e fu colto da una crisi causata dallo shock e dall’eccitamento, qui cambia personalità Norman diventa sua madre. Il dottore dichiara che questi casi sono frequenti perchè la personalità è già instabile. Infatti Norman ha una personalità multipla, con almeno tre diverse personalità. La prima è il Norman ragazzino bisognoso della madre e non la vuole condividere con nessuno. Poi c’è Norma, la madre non doveva morire. Infine c’è il Normal, il Norman Bates adulto che doveva affrontare la vita di tutti i giorni e nascondere a tutti l’esistenza delle altre personalità. Queste tre personalità contenevano elementi dell’una e dell’altra, il dottore Steiner le definisce “l’empia trinità.” Norman Bates adulto era in grado di controllarsi, lui aveva la consapevolezza della morte della madre a causa del dolore decide di andare al cimitero e illegalmente la riporta a casa intraprendendo delle conversazioni con lei. Il dottor Steiner dichiara che questo tipo di rapporto è come quello del ventriloquo con il suo pupazzo. La situazione era che la madre dialogava con il piccolo Norman, mentre l’adulto Norman Bates razionalizzava la situazione. Il dottore dichiara che non sa come sono andate le cose a Mary Cane l’unica realtà certa è che Norma nei momenti di crisi prendeva il sopravvento. Bates beveva, perdeva i sensi, subentrava la madre e lui indossava i vestiti della madre. La nascose perchè era convinto che fosse la vera assassina e doveva proteggerla. Steiner conclude che è un psicotico e deve essere rinchiuso a vita in un ospedale psichiatrico. Lilia dichiara che era contenta, ma per arrivare alla verità si è fatto un diverso tragitto commettendo una serie di errori, fino ad arrivare a fare la cosa giusta per motivi sbagliati. Lilia fa una riflessione sulla sofferenza che può provare Bates e lei dice che in un certo modo lo poteva capire. “Non siamo tutti equilibrati come pretendiamo di essere”. Il libro si conclude con Bates dietro le sbarre immerso tra le voci dell’uomo, della donna, del bambino, ma nella stanza c’è una sola persona e quindi una sola voce. Questa si ripeteva di stare serena e di essere fiduciosa, se ripensava al passato lo vedeva come un brutto sogno popolato da un bambino cattivo che ha ucciso il suo amante e ha cercato di avvelenarla. Nel momento in cui fu riesumato il corpo non era morto, l’unico morto era il ragazzo cattivo. Nel brutto sogno c’era un uomo cattivo che beveva e leggeva i libri sudici ed era un assassino perché fece morire una donna e un uomo. Lei ne era a conoscenza perché era presente. L’uomo cattivo era il solo responsabile, lei non centrava. Infatti non poteva muoversi perché era un corpo imbalsamato. Nessuno avrebbe creduto ne all’uomo cattivo e né al ragazzo cattivo entrambi erano morti e il sogno era svanito, ma restava lei ed era reale. Se fosse rimasta seduta in mobile, secondo lei non sarebbe stata punita, le si posò sulla mano una mosca se avesse voluto l’avrebbe schiacciata ma non lo fece e sperava che la stessero guardando perché così avrebbero capito che non poteva far del male nemmeno ad una mosca. Alfred Hitchcock è considerato da tutti il maestro del brivido, della suspense. Truffaut intervista il maestro, che spiega cos’è la suspense: “La suspense, è un processo essenzialmente emotivo e uno riesce a mantenerlo solo se dà al pubblico delle informazioni. Da non confondere con il mistero, che è invece un processo intellettivo, come accade nei film gialli in cui c’è un colpevole da scoprire.”
Per Hitchcock il montaggio è una fase importante del suo lavoro soprattutto lo è stato in Psycho, nel film ci sono scene violente e il montaggio crea un ponte che coinvolge gli spettatori, così da poter trasmettere l’impatto ossia tutti quegli ingredienti tecnici e quei pezzi di pellicola che fanno urlare il pubblico.
Critica Conclusiva
Siamo nel 2016 e i temi tratti dai giornali dell’epoca sul mostro Ed Gein (1957) e nel libro di
Rober Bloch e dal regista Alfred Hithcock da cui è tratto Psycho (1959/1960) risuonano nella realtà odierna come una verità scomoda. Le persone che non hanno nessuno o la loro vita è circondata da affetti opprimenti, incomprensi, e talvolta deviati nascondo una personalità malata che deve essere nascosta al mondo perchè è una vergogna, è una realtà scomoda che portano all’isolamento, al chiudersi in se stessi, a circondarsi di fantasmi nella mente o al satanismo o ad altre forme estreme pur di estraniarsi dalla società con cui non si va d’accordo. Quest’emarginazione sociale porta l’individuo a commettere degli omicidi sia per odio, o per i sentimenti non ricambiati, sia per un puro divertimento o per sperimentare un nuovo dolore infliggendolo ad altri. Questa è una società malata che ha perso la strada maestra invece avrebbe molto da imparare dalle persone che hanno sofferto prima di loro e che hanno fatto opere di bontà come: Gandhi, Martin Luther King, Rita Levi -Montalcini.
Nelson Mandela ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace (1993)
Come Nelson Mandela (1918-2013) diceva: ” Il perdono libera l’anima, rimuove la paura. E’ per questo che il perdono è un’arma potente”.
Lara Ceroni
20/07/2016