Barbie: la sua evoluzione ha fatto la storia, mettendo in ombra le bambole dei nostri antenati.
Barbie: icona universale
Barbie icona universale
BUON COMPLEANNO BARBIE!
Barbie, oggi compie 58 anni, è nata il 9 marzo 1959.
Festeggiamola!
Ma come nasce il mito Barbie?
Cenni storici
Nel 1936 la giovane Ruth Mosko, dopo il liceo si trasferisce a Los Angeles e nel 1945, nel garage del suo fidanzato Elliot Handler e del suo amico Harold Mattson, lavorano insieme e producono manufatti in legno, ma nel giro di pochi anni viene fondata la Mattel dalla fusione dei nomi: “Mattson ed Elliot”, la società è destinata a diventare un colosso mondiale dei giocattoli.
Un giorno Ruth vide giocare sua figlia Barbara notò che ritagliava le immagini dalle riviste, anziché divertirsi con le classiche bambole. A quell’epoca le bambole erano rappresentate da un corpo da bambina, così da poter fungere da “figlie” nei giochi delle vere bambine, ma l’intuizione di Ruth fu quella d’immaginare una bambola con il corpo d’adulta così da poter far giocare le bambine a “fare le adulte”.
Nel 1956, durante un viaggio d’affari in Svizzera, Ruth vide in un negozio la bambola sexy Bild Lilli, tratta dal personaggio dei fumetti di Reinhard Beuthin. Bild Lilli era rappresentata come una donna birichina ed allegra.
Bambola Sexy Bill Lilli
Ruth colpita dal giocattolo che le ricordava la sua folgorante idea, prende alcuni esemplari e torna in America, inseguito acquistano il brevetto e i relativi diritti, lo staff smonta le bambole acquisite in Svizzera cercando di capire come poter realizzare le proprie.
Per risolvere alcuni problemi sulla lavorazione del vinile in stampi, fecero diversi viaggi in Giappone, dove esistevano fabbriche che conoscevano la lavorazione del materiale con costi accettabili.
Il 9 marzo 1959 nacque Barbie, si hanno due versioni sul nome: la prima è che fu chiamata in onore della figlia Barbara di Ruth, la seconda tesi è che il nome fosse un omaggio a Klaus Barbie, un criminale nazista, noto con il nome di Boia di Lione, queste dichiarazioni non furono mai ufficiosamente smentite.
Barbie debuttò quel giorno (09 /03/1959) come bambola sul mercato della fiera del giocattolo di New York.
All’inizio i compratori furono restii nel vedere un corpo d’adulta, ma successivamente fu un enorme successo vendendo 351.000 pezzi a 3 dollari. La Barbie, in quella fiera, indossava un costume a righe nero e bianco con capelli neri raccolti a coda di cavallo, l’acconciatura è la Ponytail da cui deriverà la prima serie e inseguito fu cambiato il colore dei capelli che divennero biondi.
Barbie con l’acconciatura alla Ponytail
La vita sociale di Barbie
La vita sociale di Barbie per cominciare il suo nome completo è Barbara Millicent Roberts, la sua famiglia è numerosa e hanno un parente inglese. Barbie è stata fidanzata con il connazionale Ken, il loro amore è nato sul set televisivo nel 1961, ma non si sono mai sposati.
Una giornata con Barbie Baywatch
Dopo 43 anni di fidanzamento Barbie decide di essere single e frequenta la sua migliore amica Midge, ma dura poco perché incontra il serfista australiano Blaine.
Nel 2006 la coppia storica torna insieme.
Per la sua biografia gli autori hanno inserito che ha frequentato Willows High School nella sua città natale Willows (Wisconsin) e la Manhattan International High School a New York (ispirata alla vera Stuyvesant High School) . Parla oltre 50 lingue, ma non ha una laurea. Ha fatto diversi lavori e il 12 agosto 2004 ha annunciato la sua campagna con un programma dettagliato per candidarsi come presidente degli Stati Uniti.
Nel 2016 è stata realizzata una serie di Barbie con un nuovo compagno che è Derek Zoolander sarebbe l’alter ego dell’attore Ben Stiller, girano per Los Angeles.
Scena del film: Zoolander 2 – Regia: Ben Stiller
L’azienda Mattel ha voluto omaggiare il divertente movie cult Zoolander n°2 scritto, diretto ed interpretato da Ben Stiller, sequel della pellicola del 2001 Zoolander. Nel film è interpretato da Owen Wilson, Penélope Cruz, Christene Taylor, Kristene Wiig e Will Ferrell. Nel film ci sono diversi camei di star che interpretano loro stessi.
Barbie rappresenta una donna sicura di sé e indipendente con una straordinaria capacità di divertirsi restando
sempre e comunque affascinante.
Diane Von Fürstenberg (Fashion Designer)
Ruth e le sue eleganti Barbie
Barbie è un’icona universale ha affascinato 150 nazioni per la sua originalità, nel vestire ha messo in movimento aspetti avanguardisti anticipando le mode grazie ai grandi nomi di stilisti nazionali e internazionali o le situazioni di lavoro future come per esempio: poter fare l’astronauta (1963). Questa è una star di altri tempi! Le mostre che la ricordano sono diverse in tutto il mondo, ma qui ricordiamo quelle svolte nel 2016 in Italia nelle città di Milano con una grande affluenza di pubblico perché è la metropoli dell’ Alta Moda, poi a Roma infine a Bologna.
La Barbie fin dagli esordi, ma soprattutto negli anni’80 in Italia è stata una leader per le bambine, le adolescenti che acquistavano il prodotto creando un enorme business economico.
Barbie è stata un’importante modello di comunicazione molto influente, inducendo intere generazioni ad essere uniche, a cercare la perfezione ed aspirare a qualsiasi carriera grazie alla determinazione e alla voglia d’intraprendere determinati percorsi per arrivare all’obbiettivo.
Ce la si può fare!
Noi abbiamo vissuto con la Barbie, ma i nostri genitori, i nonni o gli appassionati di materia bambole come hanno vissuto la loro generazione? Infatti non tutti sono appassionati della bionda d’America, in tempi remoti si giocava con altro.
La vita delle bambole antiche
Vi siete mai chiesti perché molte famiglie collezionano bambole antiche anche in modo geloso?
Le bambole antiche ancora oggi invadono le casa delle persone sono da collezione, sono un business intramontabile. Le bambole negli anni sono cambiate migliorando il loro aspetto ci sono quelle di porcellana, di stoffa etc. con abiti d’epoca e hanno delle caratteristiche ben precise per essere da collezione.
Bambola d’epoca
Cosa ha di così affascinante la bambola di altri tempi?
In certi casi assomiglia ad una vera persona ad esempio può sbattere gli occhi di vetro, hanno i capelli veri, si possono vestire e svestire come una vera persona, i loro accessori creano un tocco di originalità, i loro abiti sono vari e ben curati nelle rifiniture. Le bambine giocavano con le bambole di altri tempi grazie alla creazione di case, scuole ben arredati fin al minimo dettaglio o calessi per farle muovere.
In tutto il mondo si celebra la bambola antica, come la Barbie.
Negli anni’90 a San Benedetto del Tronto c’era un hotel- museo chiamato Fabuland gestito dalla famiglia Leone al suo interno una ricca collezione di bambole del periodo storico del 1700-1950, sulla parte esterna del hotel c’era un enorme murales rappresentato da una fanciulla su di un prato. Il tutto era molto suggestivo.
Queste persone vogliono far rivivere come un libro di storia l’infanzia del passato, creando arcobaleni di colori e di forme, sono delle vere opere d’arte. Il giocattolo riflette sempre la storia che vive!
Gli adulti cercano il giocattolo che gli ricorda la propria infanzia. E’ un fascino tutto particolare.
Camera da letto per bambole
C’è tutto un mondo da scoprire e si rimane ammaliati, si ritorna un po’ bambine su questo tema pieno di storia, curiosità, i libri raccontano una storia da leggere come ad esempio il libro: Maria Stefania, dell’Autore Jac Remise, Arnoldo Mondadori Editore, Anno: 1979, è stato un bellissimo libro con foto, molto letto e apprezzato.
Libro: Maria Stefania
Non ci si annoia di sicuro se uno vuole seguire questa passione esiste anche l’ospedale della bambola a Roma, a Milano, a Napoli.
Ospedale delle Bambole
La passione come un lavoro
Vi è mai capitato di avere una passione, e, di farla diventare un lavoro?
La Barbie e le bambole antiche hanno una cosa in comune: schiere di fans che della loro passione ne hanno fatto un lavoro redditizio, ma dietro ci sono anni di sacrifici, ricerche, attenzione per il dettaglio e molta fortuna.
In alcuni casi, forse, estremi per la mancanza di autostima o per un amore “malato”, verso la bambola da gioco le persone decidono di intraprendere un percorso molto doloroso ed economicamente dispendioso verso la chirurgia plastica per essere come i propri beniamini.
Questi episodi sono accaduti in Inghilterra dove c’è una vera Barbie umana e in America dove c’è un vero Ken umano.
Ken (Justin Jedlica) & Barbie (Valeria Lukyanova) umani
Questa foto ho messo uno dei due protagonisti più noti al grande pubblico che è Ken umano di New York che si chiama Justin Jedlica conosciuto in Italia grazie ad un noto programma tv sul canale Real Time, e negli ultimi anni è arrivata alla ribalta la Barbie umana dell’Ucraina che si chiama Valeria Lukyanova, ma non sempre queste persone apprezzate a quanto sembra da tutti. L’anno scorso (2017) Barbara D’Urso ospitò nella sua trasmissione Domenica Live il Ken umano di nome Rodrigo Alves. Sempre nel nostro Paese non solo ospitiamo i Ken umani stranieri ma ne abbiamo uno anche noi abbiamo il nostro Ken umano è Giuseppe Capparella in arte è Angelo Sanzio da poco nella casa del Grande Fratello 15 (2018) e già noto negli studi di Domenica Live.
Ci verrebbe da dire: Felici loro! Ma lo saranno veramente? O sono alla ricerca della notorietà e del successo che spesso arriva dai social o dalla televisione? Rimarrà un segreto.
Si può supporre che queste persone cercano un guadagno e un riconoscimento del sacrificio sudato. Quando guardi certi risultati pensi che sono esaltati e vanitosi, ma poi quando senti le loro storie ti rendi conto che il loro sogno di vivere la favola si è realizzato. Partecipando involontariamente alla loro felicità!
Conclusione
Ogni bambola ha uno suo perché nel proprio cuore di una bambina!
Robert Barthes afferma: “I giocattoli correnti sono essenzialmente un microcosmo adulto: sono tutti riproduzioni non fosse, in definitiva, altro che un uomo piccolo un homunculus, al quale bisogna procurare oggetti su misura […] Di fronte a questi oggetti fedeli e complicati il bambino non può che costituirsi quale proprietario, quale fruitore, mai come creatore, non inventa il mondo, lo utilizza”.
Le parole di R. Barthes sono tristi e non mi rivedo, il bambino per me può cambiare il mondo perché è parte integrante del processo evolutivo e i giocattoli sono un mezzo per sviluppare la fantasia, è un modo di comunicare il disagio che in fase adulta può essere traumatico.
Che sia la Barbie icona universale o una bambola antica a far battere i passi della felicità verso l’acquisto, loro hanno fatto progredire la società verso il benessere, danno valore simbolico all’ambiente storico e sociale unendo ciò che può essere diviso: l’affetto per l’oggetto dell’infanzia.
Questi giochi rappresentavano la ricchezza di un tempo, perché oggi c’è la ricchezza di tantissime cose, ma c’è una povertà di valori concreti e si è andato a perdere la vera essenza del gioco.
Oggi non si ha più un contatto fisico con il gioco, invece nel passato c’era proprio un contatto fisico con esso.
Il valore del gioco si è andato perdendo con i tempi moderni invece bisognerebbe ogni tanto riaprire lo scrigno e ripercorrere l’infanzia che ci ha formati ed insegnarla ai propri figli o nipoti.
Lara Ceroni
9/03/2017