Dietro al dolore, alle paure del commediografo Blue, nasce una storia struggente tra il legame con il figlio Cristopher Robin e la creazione della più celebrata favola di tutti i tempi:
Winnie Pooh.
Questo articolo lo scrissi il 09/01/2018 per la testata giornalistica Prima Pagina Online di Bologna, a causa della sua improvvisa chiusura, lo ripropongo qui nel mio Blog.
Le origine della favola
Scrittore-Alan-Alexander-Milne-figlio-Christopher-e-Winnie-Pooh-1926-
Recensione-Comparata-2019
Avete mai visto il film d’animazione, il cortometraggio o il cartone animato
Winnie Pooh?
Una volta forse, nella vostra vita di sicuro.
Non crediate che la favola per ragazzi dell’orsetto Winnie sia opera di Walt Disney cadreste in un inganno, infatti i diritti sui personaggi gli vennero ceduti dopo la morte dell’autore
Alan Alexander Milne.
Il celebrato, tenero orsetto è noto anche con i nomi Winnie Puh, Winny Puh, Winnie Pooh, Winnie-the-Pooh (con i trattini): quest’ultima è la prima forma adottata da Walt Disney, mentre la seconda era quella italiana Disney originale.
Volete sapere come nasce l’icona Winnie Pooh? Scopriamolo insieme.
Trama
Scena-del-Film-Vi-presento-Cristopher-Robin-2018-Recensione-Comparata-2019
Il commediografo A. A. Milne (Domhnall Gleeson), Blue per gli amici, dopo aver combattuto al fronte nella Prima Guerra Mondiale dove perse molti compagni, ritorna nella città di Londra con molta difficoltà e cerca di riprendere una vita sociale tranquilla insieme alla moglie.
Per Milne inizia un periodo instabile. Gli orrori della guerra e il dolore per la perdita dei compagni riaffiorano, tormentandolo. Questo suo disagio corrode il suo estro creativo e rende il matrimonio poco felice. Poco dopo la nascita del figlio Christopher Robin (Will Tilston), decide di prendere una casa nel Sussex per ritrovare la pace persa immerso nella natura. Questa nuova vita rende la moglie Daphne (Margot Robbie) scontenta così da farla decidere di ritornare per un periodo in città, lasciando il figlio alla tata Olive (Kelly Macdonald) e al padre. La tata in due momenti diversi della vita del bambino mancherà. Dall’assenza della figura della tata, nasce un forte legame tra padre e figlio.
Il legame che si instaura con il figlio, porta Blue a ravvivare un forte slancio creativo, scrive poesie e inventa la storia di Winnie Pooh e dei suoi amici che vivono nel Bosco dei Cento Acri.
Il racconto viene illustrato dall’amico Ernest Howard Shepard (Stephen Campbell Moore), con la complicità del figlio. Il successo editoriale travolgerà in modo negativo il rapporto padre-figlio.
Christopher Robin ragazzo (Alex Lawther) dopo aver fatto la guerra riallaccia il rapporto con il padre, capendo che le storie di Winnie Pooh hanno reso la guerra meno dura.
Critica
“Hai ricordato al mondo che cosa fosse la felicità, a come può essere l’infanzia in un momento in cui tutti erano a pezzi, ma la tua infanzia è stata meravigliosa. Crescere è stato difficile… Chi avrebbe detto che quell’orso ci avrebbe divorato?
Questo era solo nostro, vero?”
Vi presento Christopher Robin (Goodbye Christopher Robin) è un film del 2017 diretto da Simon Curtis (diresse il lungometraggio Marlin, del 2011 e Woman in Gold, del 2015), il direttore della fotografia Ben Smithard (Dickens: L’uomo che inventò il Natale, del 2017), lo sceneggiatore è Frank Cottrell Boyce (24 Hour Party People, del 2002) e Simon Vaughan (realizza per la TV A Bear Named Winnie, nel 2004).
Vi ricordate questa bella serie televisiva Un orso di nome Winnie?
La curiosità di Un orso di nome Winnie (A Bear Named Winnie) del 2004 è nel raccontare la vera storia di un soldato canadese, che durante la Prima Guerra Mondiale adottò un cucciolo a White River Ontario. L’orsetto al quale fu dato il nome Winnie (come Winnipeg, la città d’origine del soldato), fu ospitato dallo zoo di Londra e qui fornì l’ispirazione ad A.A. Milne per le sue storie di Winnie Pooh.
Il film Vi presento Christopher Robin è biopic (film biografico), ha riscosso un enorme successo di pubblico e critica, prodotto dalla 20th Century Fox è uscito nelle sale cinematografiche internazionali il 10 novembre 2017, mentre nelle sale italiane il 3 gennaio 2018.
Il regista Curtis divide in due parti la storia. Nella prima parte ci presenta il padre Blue e la moglie Daphne impegnati nella mondanità della bella vita dell’alta società, poco presenti nella vita del primo genito lasciato nelle amorevoli cure della tata e di Blue sommerso nei traumi della guerra.
La seconda parte del film è incentrata su Billy Moon (come lo chiamava la famiglia) sull’essere un eroe del libro. Pur essendo un eroe del libro, la sua vera identità viene schiacciata e dimenticata dai fans, inoltre deve combattere con gli invidiosi che sono i bulli del collegio, con la famiglia che vive per la fama e la notorietà.
Sembra che nessuno lo veda per quello che è veramente cioè un bambino, un fanciullo, tranne la tata, naturalmente.
Billy Moon crescendo continua a lottare contro la corrosione del successo, anche lui ha i suoi fantasmi da esorcizzare come quelli che tormentano il padre, ma la voglia di riscatto è più forte e lo conduce al fronte dove nessuno lo conosce, anche se capisce che la favola Winnie Pooh ha riscaldato i cuori dei soldati lontani dalle loro famiglie e dalla loro patria. Il ritorno a casa tra gli affetti è la cosa più importante.
Vi lascio con due domande che concludono la recensione:
Il successo può trangugiare, logorare, trascurare i rapporti con i familiari o con gli altri?
Voi cosa ne pensate o rispondereste?
20/06/2019
Lara Ceroni