Lino Guanciale celebra a teatro il drammaturgo Bernard-Marie Koltés con la lettura del monologo Poco prima della foresta, ma è non il titolo originale, accompagnato dalla musica del sax di Piero Odorici.
Pierfrancesco Favino al Festival di Sanremo 2018, omaggiò il francese Koltés con lo stesso monologo attenendosi al titolo originale La notte poco prima delle foreste.
Koltés è stato un drammaturgo fuori dall’ordinario
La figura del drammaturgo Bernard –Marie Koltés affascina il mondo intero.
Ancora oggi, gli attori utilizzano come metrica per le loro abilità recitative le sue opere, i registi mettendo in scena questi capolavori pur sapendo che difronte a loro hanno il duro compito di dirigere al meglio i loro teatranti che devono confrontarsi con il pubblico che lì viene a guardare e a giudicare.
Le opere di Koltés rappresentano la crudeltà della vita vissuta tra alti e bassi, l’autore nella scrittura drammaturgica ha trovato il suo rifugio dal dolore, ma non dalla salvezza.
Nel 1999 è uscito un volume ristampato di Editions de Minuit, è una raccolta di interviste rilasciata da Bernard-Marie Koltés alla stampa dell’epoca tra il 1983 e il 1989, uno dei pochi documenti oltre alle sue opere che gli appassionati possono conservare nella propria biblioteca dopo la sua prematura scomparsa a soli quarant’anni.
Dal 1970 al 1973 Koltés è stato molto prolifero come autore: Les Amertumes, La Marche, Procès Ivre, L’Héritage et Récits morirono, le sue opere sono state messe in scena da lui come autore e come regista attraverso la compagnia il Théâtre du Quai, ma dopo un breve soggiorno al Théâtre National di Strasbourg purtroppo ha smesso di scrivere per tre anni.
Si reca in URSS, si iscrive con il Partito Comunista Francese (PCF), commette un tentativo di suicidio, viene portato via per problemi di droga, si disintossica, quindi si trasferisce a Parigi: è un periodo ricco di eventi e momenti difficili.
Koltés nel suo periodo turbolento, va allo spettacolo teatrale di Medea interpretato dall’attrice Maria Casarès, qualcosa scatta in lui e decide di rimettersi in gioco rinnovando la scrittura drammaturga.
Nel 1977 al Festival di Avignone off va in scena il suo monologo La nuit juste avant les forêts (La notte poco prima delle foreste), all’Hôtel des Ventes, in una messa in scena dell’autore, con Yves Ferry.
Koltés si rende conto che l’immaginazione non è forse usata per inventare, ma piuttosto per rappresentare ciò che è possibile e ciò che deve essere inventato per poi trascriverlo per renderlo un capolavoro.
Koltès commenta le sue opere teatrali, chiarisce il loro significato, le mette in contatto con altri scrittori ammirati (Melville, Conrad, Jack London, Vargas Llosa), evoca i luoghi fondatori del suo universo questi “luoghi che sono, non dico riproduzioni da tutto il mondo, ma una sorta di metafora della vita o un aspetto della vita, o qualcosa che mi sembra serio o ovvio: l’Africa, le banchine e gli hanger di New York. Lo spazio come metafora, il desiderio dell’Altro come centro che sarebbe anche un altrove”.
Koltés ammette di frequentare poco il teatro perché ha un odio e un amore verso questo mestiere, il suo estro creativo si alimenta con il cinema, la musica reggae e con la letteratura.
Jean-Luc Bottué ha raccontato lo choc emotivo che provò nel leggere il copione di La nuit juste avant les forêts, a primo impatto decise di metterlo in scena, facendo affidamento su Richard Fontana.
La nuit juste avant les forêts è una partitura senza soste, è una sola frase di quaranta pagine da dirle tutte ad un fiato, è anche l’affermazione di un teatro riconducibile a una frase musicale ininterrotta.
Vi propongo un estratto dell’intenso e travolgente monologo francese La nuit juste avant les forêts di Bernard-Marie Koltés, è un opera importante del repertorio contemporaneo:
<< Tu tournais le coin de la rue lorsque je t’ai vu, il pleut, cela ne met pas à son avantage quand il pleut sur les cheveux et les fringues, mais quand même j’ai osé, et maintenant qu’on est là, que je ne veux pas me regarder, il faudrait que je me sèche, retourner là en bas me remettre en état — les cheveux tout au moins pour ne pas être malade, or je suis descendu tout à l’heure, voir s’il était possible de se remettre en état, mais en bas sont les cons, qui stationnent : tout le temps de se sécher les cheveux, ils ne bougent pas, ils restent en attroupement, ils guettent dans le dos, et je suis remonté — juste le temps de pisser — avec mes fringues mouillées, je resterai comme cela, jusqu’à être dans […]>>
Per chi non conoscesse la lingua francese non è un problema, esiste una versione italiana, il titolo è riportato spesso anche come La notte prima delle foreste: l’uso del singolare nella forma più diffusa è dovuta alla prima traduzione in lingua italiana dell’opera, che avvenne per conto della casa editrice Gremese nel 1990.
Quasi tutta la sua produzione drammatica è stata integralmente messa in scena da Patrice Chèreau, mentre in Italia il Gruppo della Rocca ha messo in scena Lotta fra negro e cani.
Il monologo La nuit juste avant les forêts (La notte poco prima delle foreste) di Bernard-Marie Koltès verrà messo a comparazione con la ERT Fondazione diretta dal regista Claudio Longhi e dall’attore Lino Guanciale che hanno omaggiato il drammaturgo francese cambiando anche il titolo dell’opera e inserendo nella locandina il titolo Poco prima della foresta, verrà equiparato con l’attore Pierfrancesco Favino che ha portato sul palco del Festival di Sanremo 2018 questo monologo senza stravolgere il titolo e con grandi differenze artistiche professionali.
Teatro Arena del Sole a Bologna
Bologna, il 09/12/2019 omaggia la ricorrenza della scomparsa del drammaturgo francese Berdanard-Marie Koltés, attraverso la ERT Fondazione e lo spettacolo è completamente gratuito presso il Teatro l’Arena del Sole.
L’idea dello spettacolo è stata del regista Claudio Longhi e dell’attore Lino Guanciale, la rappresentazione sarà allietato con la musica del sassofonista Piero Odorici.
Il Titolo Originale La nuit juste avant les forêts (La notte poco prima delle foreste) di Koltés, è stato stravolto purtroppo per scelta della direzione artistica ERT Fondazione con un banale, insignificante Poco prima della foresta, realizzando la locandita e confondendo la stampa locale.
C’è chi si è chiesto il perché di uno scempio del genere, c’è chi ha pensato all’offesa che possono aver arrecato alla Francia e chi invece pensa che l’opera non sia stata bene capita fino in fondo dagli autori dello spettacolo.
Manca la parola La notte, che nel titolo francese c’è La nuit, la parola volontariamente tolta dagli autori è invece molto importante nel monologo, perché la situazione narrata si svolge proprio alla notte, non è una parola da trascurare come è stato fatto dalla direzione dello spettacolo.
Il vero e unico titolo del monologo francese è La nuit juste avant les forêts (La notte poco prima delle foreste) o anche tradotto in italiano La notte poco prima della foresta.
Le scelte registiche di presentare i propri artisti sul palco dell’Arena del Sole hanno messo alla luce tre aspetti, due di natura sbagliata e uno che strizza l’occhio all’innovazione.
- Il primo sbaglio è stato vestire l’attore Lino Guanciale con un abito estivo e scuro, non è stata un bell’impatto visivo che siamo in inverno. Il suo fisico si presta molto ad abiti eleganti e per la rappresentazione di quest’opera sarebbe stato l’ideale.
- Il secondo sbaglio è stato di far leggere il monologo all’attore Lino Guanciale attraverso un apposito leggio con sopra il testo integrale, non ha reso lo spettatore così attento alla lettura.
L’attore Guanciale pur facendo sentire il peso del lungo monologo di Koltés, non è riuscito ad essere così incisivo come si presenta sulla schermo televisivo (serie tv) o al cinema, in quanto è mancato un dialogo di sguardi con il pubblico. - La scelta positiva di far accompagnare la lettura del monologo sulle note del sassofonista Piero Odorici, è stata un’ interessante proposta d’innovazione teatrale.
Nel corso degli anni lo spettacolo teatrale La nuit juste avant les forêts (La notte poco prima delle foreste) di Bernard –Marie Koltès ha avuto diversi interpreti tutti che hanno recitato il monologo a memoria dall’attore Denis Lavan diretto da Kristian Féderic (2000), Ghislain de Fonclare diretto da Cyril Desclés (2015),
Claudio Santamaria diretto da Juan Diego Puerta López (2010), Francesco Favino regia di Lorenzo Gioielli (2018) e molti altri.
Festival di Saremo 2018
Il sessantottesimo Festival di Sanremo si è svolto al Teatro Ariston di Sanremo dal 6 al 10 febbraio 2018 trasmesso su Rai 1 ed ha visto per la prima volta Claudio Baglioni, in veste di presentatore e direttore artistico, affiancato nella conduzione della kermesse da Michelle Hunziker (già co-conduttrice dell’edizione 2007) e Pierfrancesco Favino.
Il Festival è stato vinto da Ermal Meta e Fabrizio Moro (quest’ultimo già vincitore della sezione Nuove Proposte nel 2007) con il brano Non mi avete fatto niente, mentre per la sezione Nuove Proposte il vincitore è stato Ultimo con il brano Il ballo delle incertezze.
I vincitori del Festival sono stati i rappresentanti dell’Italia all’Eurovision Song Contest 2018 che si è svolto in Portogallo a Lisbona, piazzandosi al quinto posto.
Durante una delle serate del Festival di Sanremo2018 per allietare il pubblico al Teatro Ariston e gli spettatori da casa il conduttore Pierfrancesco Favino ha portato sul palcoscenico il suo cavallo di battaglia il monologo La nuit juste avant les forêts (La notte poco prima delle foreste) di Bernard –Marie Koltès, che dall’11 al 28 gennaio scorso ha debuttato sul palcoscenico dell’Ambra Jovinelli portando in scena questo monologo con la regia di Lorenzo Gioielli.
Francesco Favino elegante sul palco dell’Ariston ha recitato a memoria il monologo La notte poco prima delle foreste, creando un accento straniero per rendere più incisivo l’opera di Bernard-Marie Koltés, l’unico oggetto di scena è stato una sedia.
Il suo monologo mette in campo tutta la tragedia dello straniero in un terra sconosciuta e le difficoltà fatte di tante sfumature giornaliere che un uomo deve affrontare nella vita, nella ricerca del lavoro e le conseguenze anche tragiche per poter vivere.
L’attore – conduttore Pierfrancesco Favino si è talmente immedesimato nel ruolo, che soffrendo è riuscito a stento a trattenere le lacrime, il tono della sua voce è aumentata pian piano, ma si è anche interrotta dalla dura prova recitativa, rivolgendo lo sguardo sofferente verso la telecamera, dove il pubblico a casa e a teatro hanno sofferto con loro.
La sua prova struggente ha ricevuto un enorme, caloroso applauso di platea e da telespettatori da casa.
Sentire recitare Pierfrancesco Favino mette la pelle d’oca, una prova magistrale ben riuscita, l’attore si è messo a nudo trasmettendo tutto il suo stato emotivo in quel momento che il monologo di Koltés gli poteva trasmettere.
<<Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo.
In un attimo, con intuizione quasi profetica,
la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo>>.
Primo Levi
Critica
La recitazione del monologo La nuit juste avant les forêts (La notte poco prima delle foreste) di Koltés, è sicuramente molto impegnativa per qualsiasi attore perché lo mette davanti ad una prova faticosa sia mentale e sia fisica.
Leggere quest’opera ricca di significati ancora oggi sorprende il lettore per la sua attualità, è un arricchimento dell’anima.
Il testo da spazio alla sfera politica (i sindacati), agli amori perduti (la donna scomparsa, la madre), quest’uomo che è alla ricerca di un altro essere umano con cui poter dialogare su delle tematiche, ma in questo testo viene alla luce l’incomprensione tra le persone che scivola nella violenza, l’emarginazione, l’immigrazione.
Il significato profondo di tutto il testo viene attraverso le due parole la notte e le foreste dove qualsiasi uomo si può perdere per poi non tornare più alla vita e alla luce.
03/12/2019
Lara Ceroni