Cesare Cremonini ha realizzato uno dei suoi sogni suonando a Dall’Ara della sua città, con un soul out di tutto rispetto.
Le note colorate del musicista accompagnano la vita, così come i quadri Vasilij Silvestrovič Kandinskij dipingono le pareti delle case e dei musei di tutto il mondo.
Cesare Cremonini realizza il suo sogno a Dall’Ara (BO)
Cremonini Stadi 2018 è il tour di Cesare Cremonini in giro per gli stadi come a G. Teghil di Lignano (15/06), a San Siro a Milano (20/06), all’Olimpico a Roma (23/06) e allo Stadio Dall’Ara di Bologna il (26/06) e la realizzazione di uno spot promozionale molto originale per il concerto nella sua città.
Il cantante Cesare Cremonini ha realizzato la visione onirica lungo una vita, suonare allo Stadio Dall’Ara il 26/06/2018, il sogno si concretizza e i suoi fans, gli appassionati, i curiosi, sono entrati con lui nella storia della città con un soul out che ha fatto tremare l’Emilia Romagna e non solo.
Cesare-Cremonini-Bologna-26-giugno-2018
Il cantante Cremonini ha annunciato durante il concerto queste parole: “Dopo aver aspettato quasi 40 anni, Bologna rivedrà uno dei suoi figli esibirsi allo stadio Renato Dall’Ara.
Lucio Dalla e Francesco De Gregori infatti, furono i protagonisti nel 1979 di un concerto storico che riportò nei grandi spazi all’aperto i giovani e gli appassionati di buona musica”.
Grande umiltà del giovane cantante bolognese, dopo una lunga gavetta e una strada in salita che ha portato i suoi primi frutti, con la band LùnaPop quando esplosero con il singolo 50 Special (1999) poi inserito nell’album Squérez?
LùnaPop-1999-Sequérez
Alzi la mano chi voi non lo possiede il Primo CD della sua carriera? Impossibile, non averlo! Questo CD è anche in certe case della Gran Bretagna, dell’Islanda, dell’America e in un’altra occasione vi racconterò il mistero.
Una strada apparentemente dorata per Cesare Cremonini, ma come ha sempre dichiarato anche lui, si celava un lungo periodo di sacrifici, paure, rinunce e poi la rinascita, la voglia di dimostrare che se ti impegni i sogni si realizzano e avere amici fidati come Nicola Balestri in arte Ballo e Walter Mameli e la famiglia ti aiutano nel rimanere costante nelle decisioni più dure per la propria realizzazione.
La bella location dello Stadio Dall’Ara e la cornice del santuario di San Luca hanno fatto da sfondo al concerto come un posto suggestivo, il background è pura magia, è una cartolina da portarsi nel proprio cuore di una incredibile giornata piena di gioia.
Per un concerto così importante, certe volte non è semplice stare dietro a tante cose e purtroppo i disagi capitano, ma con l’impegno di tutti le cose si risolvono e qualche arrabbiatura tra i partecipanti passa nel dimenticatoio o quasi… .
Il cantante è stato palesemente emozionato, tra l’altro lo ha dichiarato anche lui, la sua forte emozione lo ha portato qualche volta a steccare durante l’esibizione, ma tra alti e qualche basso è comunque riuscito ad intrattenere per due ore il suo pubblico.
Un pubblico lo ha seguito cantando, facendo le ole, illuminando lo Stadio con i cellulari.
Si è percepito un grande amore verso questo artista.
Una bella esperienza emozionale, anche per chi era lì per la prima volta.
La scenografia del palcoscenico è stata molto interessante con questo gioco di caleidoscopi di specchi sparsi e un piano forte messo anche al lato destro su di una impalcatura a cerchio piena di luci rosa, azzurre, un concerto molto colorato, un numero di elementi d’orchestra che hanno rendeso il tutto originale.
Molti fans hanno apprezzato questa idea.
Perché Cremonini ha scelto solo di omaggiare il compianto Lucio Dalla?
Alcuni fans si sono posti la domanda come mai avesse solo omaggio a Lucio Dalla e non Francesco De Gregori.
Con Lucio Dalla era in buoni rapporti e ha voluto ricordare l’amico scomparso, omaggiandolo con una sua canzone: L’anno che verrà (1979).
La Scaletta del concerto
Intro (Cercando Camilla)
Possibili scenari
Kashmir-Kashmir
PadreMadre
Il comico (Sai che risate)
La nuova stella di Broadway
Latin Lover
Lost in the weekend
Un uomo nuovo
Buon viaggio (Share The Love)
Figlio di un re
Una come te
Vieni a vedere perché
Le sei e ventisei
Omaggio a Lucio Dalla con L’anno che verrà
Mondo
Logico
Grey Goose
Dev’essere così (Acoustic)
Il pagliaccio
50 Special (Lùnapop song)
Marmellata #25
Poetica
Nessuno vuole essere Robin
Un giorno migliore
Link – L’anno che verrà (Lucio Dalla, 1979) –
Cesare Cremonini- Stadi 2018 Live Bologna
Per il percorso che sta realizzando e il lavoro che sta portando con successo avanti
Cesare Cremonini, può benissimo esplorare l’Estero come hanno fatto altri suoi colleghi tipo Laura Pausini.
Il palcoscenico che ha messo in piedi il cantante a Bologna era quasi al livello delle Star della Musica Americane come Lady Gaga.
Qualcuno mi ha chiesto di fare una previsione sulla sua carriera futura.
La mia risposta per questa domanda è che prevedo circa due anni ancora di buon lavoro, ma poi ci siamo per il grande salto al livello mondiale.
Le note colorate del musicista accompagnano la vita, così i quadri Vasilij Silvestrovič Kandinskij che dipingono le pareti delle case e dei musei di tutto il mondo.
Il linguaggio nell’arte di Vasilij Silvestovič Kandinskij
Vasilij-Silvestovič-Kandinskij-Teoria-del-Colore-e-l’-Astrattismo
Anni rivoluzionari
Vasilij Vasil’evič Kandinskij (Mosca, 16 dicembre 1866 – Neuilly-sur-Seine, 13 dicembre 1944) fu un pittore franco–russo, romanizzato anche come Vasilij Kandinskij, precursore e fondatore della pittura astratta.
Kandinskij fin dai primi anni di vita la sua famiglia si sposta di continuo e subisce le sorti di un divorzio, fino a stabilirsi a Odessa da una zia dove riceve le prime nozioni di disegno e gli insegno anche a suonare il violoncello. Dal 1886 a 1892 studia legge e si laurea a Mosca.
Consuma un matrimonio e una relazione. Il primo è il matrimonio con la cugina Anja Čimiakin, che aveva conosciuto all’Università di Mosca e con la quale aveva stabilito un rapporto di grande intesa e affinità intellettuale e il secondo è una relazione più duratura con Gabriele Münter che fa parte del movimento da lui fondato che è Phalanx (1901), per la città stava abbandonando il simbolismo per seguire la corrente del Jugendstil.
Con l’obiettivo principale di introdurre le avanguardie francesi nell’ambiente artistico tradizionalista di Monaco, apre una scuola in cui tiene lezione. I suoi dipinti dei primi anni del secolo sono paesaggi eseguiti a spatola, all’inizio ombrosi, e poi di una intensità quasi fulva; dipinge anche temi fantastici derivanti dalla tradizione russa o dalle leggende del medioevo tedesco; questo periodo è caratterizzato dalla sperimentazione tecnica, in particolare dell’uso della tempera su carta scura, per dare l’illusione di una superficie illuminata da dietro in trasparenza.
La consistenza tonale del chiaroscuro evidenzia lo schema, cancellando la distinzione tra figure e sfondo e dando come risultato una composizione quasi astratta. Nel 1902 espone per la prima volta con La Secessione di Berlino e realizza le sue prime xilografie. Nel 1903 si trasferisce in Italia a Torino, nel Sudafrica (dove esporrà in seguito alcune sue opere) e in Russia. Nel 1904 espone nel Salone d’Autunno di Parigi. Assieme a Gabriele Münter compra nel 1908 una casetta a Murnau in Alta Baviera: nominata “Russenhaus” (“la casa dei russi”), diventerà luogo di incontro di innumerevoli artisti e musicisti di tutto il mondo.
Nella città di Murnau am Staffelsee, l’artista Kandinskij crea i primi lavori in cui, utilizzando colori accesi e antinaturalistici, dipinge immagini prive di volume e sperimenta sulle forme e sui colori, dando così il via all’astrazione dal reale e del normale.
L’artista affronta la pittura astratta attraverso tre gruppi di opere, che anche nelle loro denominazioni indicano il legame dell’arte di Kandinskij con la musica: “impressioni”, “improvvisazioni” e “composizioni“. Impressioni sono i quadri nei quali resta ancora visibile l’impressione diretta della natura esteriore; improvvisazioni, quelli nati improvvisamente dall’intimo e inconsciamente; composizioni quelli alla cui costruzione partecipa il cosciente, definiti attraverso una serie di studi. Kandinskij dopo questo passaggio, non ritornerà mai più alla pittura figurativa.
La vita di Kandinskij è piena di successi, è un precursore della Teoria sul Colore già ben
Vasilij-Kandinskij_-Giallo-Rosso-Blu
accolta e decantata dai suoi predecessori come fisici, chimici, psicologi.
Uno dei maggiori capolavori di Vasilij-Kandinskij è il quadro Giallo-Rosso-Blu
La fisica ci insegna che il colore deriva dalla scomposizione della luce e che viene misurato in lunghezze d’onda; Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642 –
Londra, 20 marzo 1727) dimostrò che la luce del sole che noi vediamo bianca è, in realtà, composta dai sette colori dello spettro solare: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto.
Goethe-Zur-Farbenlehre
Johann Wolfgang Goethe (Francoforte sul Meno, 28 agosto 1749 – Weimar, 22 marzo 1832) in “Zur Farbenlehre” (“La teoria dei colori”, 1810) sostenne che i colori non possono essere spiegati con una teoria che sia solo meccanica, ma devono trovare spiegazione anche nella poetica, nell’estetica e nella psicologia.
La teoria Junghiana della personalità prevede un’associazione tra tipi di personalità e colori.
Carl Gustav Jung (Kesswil, 26 luglio 1875 – Küsnacht, 6 giugno 1961), famoso allievo di Sigmund Freud, fu il primo a ritenere che vi fosse una corrispondenza diretta tra il colore che un soggetto predilige e la sua personalità come ad esempio l’azzurro corrisponde al pensiero, il rosso al sentimento, il giallo all’intuizione e il verde alla sensazione.
Lo svizzero Max Lüscher (Basilea, 9 settembre 1923 – Lucerna, 2 febbraio 2017) è stato un psicoterapeuta, un sociologo e un filosofo svizzero.
Inventore del famoso “Test dei Colori di Lüscher“. Un test psicologico che analizza lo stato d’animo di un soggetto in base alla sua preferenza di colori. Tale test è utilizzato per la selezione del personale nella Marina Americana e nel Ministero dell’Interno Italiano. In caso di singoli colori, è possibile essere molto precisi, specialmente quando i colori sono stati accuratamente selezionati in base alla loro diretta associazione con bisogni psico-fisiologici come sostiene Lüscher che ha creato un test cromatico particolare. In questo caso, per Lüscher, le preferenze per un colore o il rifiuto di un altro significa qualcosa di definito, e riflette la situazione in atto dello stato psichico o dell’equilibrio personale, o di tutti e due. Nel Test Completo di Lüscher, ci sono sette differenti tavole di colori, contenenti in tutto 73 tipici colori consistenti in 25 sfumature o gradazioni, e che richiedono di operare 43 differenti selezioni. I colori caldi sono quelli della luce: rosso, giallo, arancione; i colori freddi vanno dal viola al verde, al blu. La luce agisce sulla respirazione, è una spinta al piacere, all’attività; il buio e la penombra inducono uno stato di difesa, di calma o di allarme.
Occhi e orecchie nell’arte della musica dei colori e delle geometrie di Kandinskij
Vassily_Kandinsky1923_Composizione-VIII-Musée_Guggenheim_New_York
Kandinskij, nelle sue opere, espone le sue teorie sull’uso del colore, intravedendo un nesso strettissimo tra opera d’arte e dimensione spirituale. Il colore può avere due possibili effetti sullo spettatore: un “effetto fisico“, superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro; un “effetto psichico” dovuto alla vibrazione spirituale (prodotta dalla forza psichica dell’uomo) attraverso cui il colore raggiunge l’anima. Esso può essere diretto o verificarsi per associazione con gli altri sensi.
L’effetto psichico del colore è determinato dalle sue qualità sensibili: il colore ha un odore, un sapore, un suono.
La composizione pittorica è formata dal colore, che nonostante nella nostra mente sia senza limiti, nella realtà assume anche una forma. Colore e forma non possono esistere separatamente nella composizione. L’accostamento tra forma e colore è basato sul rapporto privilegiato tra singole forme e singoli colori. Se un colore viene associato alla sua forma privilegiata gli effetti e le emozioni che scaturiscono dai colori e dalla forma vengono potenziati. Il giallo ha un rapporto privilegiato con il triangolo, il blu con il cerchio e il rosso con il quadrato.
Egli si occupa dei colori primari (giallo, blu, rosso) e poi di colori secondari (arancione, verde, viola), ciascuno dei quali è frutto della mescolanza tra due primari. Analizzerà anche le proprietà di marrone, grigio, bianco e nero.
- Il giallo è dotato di una follia vitale, prorompente, di un’irrazionalità cieca; viene paragonato al suono di una tromba, di una fanfara. Il giallo indica anche eccitazione quindi può essere accostato spesso al rosso ma si differenzia da quest’ultimo.
- L’azzurro è il blu che tende ai toni più chiari, è indifferente, distante, come un cielo artistico; è paragonabile al suono di un flauto. Inoltre il blu scuro viene paragonato al suono di un organo. Il blu è il colore del cielo, è profondo; quando è intenso suggerisce quiete, quando tende al nero è fortemente drammatico, quando tende ai toni più chiari le sue qualità sono simili a quelle dell’azzurro, se viene mischiato con il giallo lo rende malto, ed è come se la follia del giallo divenisse “ipocondria“. In genere è associato al suono del violoncello.
- Il rosso è caldo, vitale, vivace, irrequieto ma diverso dal giallo, perché non ha la sua superficialità. L’energia del rosso è consapevole, può essere canalizzata. Più è chiaro e tendente al giallo, più ha vitalità, energia. Il rosso medio è profondo, il rosso scuro è più meditativo. È paragonato al suono di una tuba.
- L’arancione esprime energia, movimento, e più è vicino alle tonalità del giallo, più è superficiale; è paragonabile al suono di una campana o di un contralto.
- Il verde è assoluta immobilità in una assoluta quiete, fa annoiare, suggerisce opulenza, compiacimento, è una quiete appagata, appena vira verso il giallo acquista energia, giocosità. Con il blu diventa pensieroso, attivo. Ha i toni ampi, caldi, semigravi del violino.
- Il viola, come l’arancione, è instabile ed è molto difficile utilizzarlo nella fascia intermedia tra rosso e blu. È paragonabile al corno inglese, alla zampogna, al fagotto.
- Il marrone si ottiene mischiando il nero con il rosso, ma essendo l’energia di quest’ultimo fortemente sorvegliata, ne consegue che esso risulti ottuso, duro, poco dinamico.
- Il grigio è l’equivalente del verde, ugualmente statico, indica quiete, ma mentre nel verde è presente, seppur paralizzata, l’energia del giallo che lo fa variare verso tonalità più chiare o più fredde facendogli recuperare vibrazione, nel grigio c’è assoluta mancanza di movimento, che esso volga verso il bianco o verso il nero.
- Il bianco è dato dalla somma (convenzionale) di tutti i colori dell’iride, ma è un mondo in cui tutti questi colori sono scomparsi, di fatto è un muro di silenzio assoluto, interiormente lo sentiamo come un non-suono. Tuttavia è un silenzio di nascita, ricco di potenzialità; è la pausa tra una battuta e l’altra di un’esecuzione musicale, che prelude ad altri suoni.
- Il nero è mancanza di luce, è un non-colore, è spento come un rogo arso completamente. È un silenzio di morte; è la pausa finale di un’esecuzione musicale, tuttavia a differenza del bianco (in cui il colore che vi è già contenuto è flebile) fa risaltare qualsiasi colore.
Kandinskij in questo saggio si dedica alla parte grafica che può esistere anche senza il colore.
Il punto è il primo nucleo del significato di una composizione, nasce quando il pittore tocca la tela; è statico. La linea è la traccia lasciata dal punto in movimento, per questo è dinamica. Può essere orizzontale, verticale, diagonale. Può essere spezzata, curva, mista. I singoli suoni possono essere mescolati tra loro; più la linea è variata, più cambiano le tensioni spirituali che suscita: drammatiche se è spezzata, più liriche se è curva. Anche lo spessore cambia: può essere sottile, marcato, spesso, variabile.
Kandinskij evidenzia come una persona qualsiasi se ha una certa sensibilità accentuata e ogni colore possa produrre un effetto/suono sull’anima, quindi lo si potrebbe definire un psicologo del colore.
Un altro capolavoro dell’artista dell’astrattismo Kandinskji è il quadro ComposizioneVIII.
“Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta.
Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce,
l’anima lo strumento dalle mille corde”. Vasilij Kandinskij
Critica
Si vive in un mondo fatto di colori, suoni e sapori, dove nulla è dato dal caso perché le energie si intrecciano e l’esplosione cosmica avviene attraverso un incontro.
Il concerto di Cesare Cremonini può rappresentare una via nell’universo artistico e l’incontro con gli autori della Teoria del Colore ben conosciuto dal musicista può rappresentare un luogo comune per rivivere attimi di pura armonia universale guardano un’opera di Vasilij Kandinskij.
29/06/2018
Lara Ceroni